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Trekking del Gruppo Senior 4-10 Luglio 2010

Appuntamento "clou" delle escursioni Senior è il trekking. Ancora una volta una proposta arrivata dal nostro socio Valter, il quale fin da subito ha avuto un'adesione superiore alla disponibilità dei posti prefissi, quindi a malincuore ci sono state alcune esclusioni. Comunque 25 sono stati i partecipanti compresi due "novellini" che hanno voluto sperimentare una settimana di esperienza e di aggregazione su un percorso che partiva dalla zona di Ponte di Legno sino alla Val d'Ultimo, estremi del Gruppo Ortles-Cevedale. Partenza di Domenica, ("giorno di festa" anche perché non si prevedono inizialmente probabili piogge, quindi un buon auspicio per tutta la settimana) da Pezzo, precisamente dalla località Case di Viso con destinazione il rif. Bozzi al Montozzo. Ad ognuno il "proprio peso" sulle spalle si fa sentire subito ma l'entusiasmo e l'ambiente ameno alleggerisce qualunque cosa. Il rif. Bozzi (2478 m) si trova al centro di una zona storica della guerra 15-18, triste testimonianza sono i resti delle vaste opere militari ed il piccolo museo approntato dal Gruppo Alpini della zona. Il pomeriggio ha offerto, ad un gruppo di soci, come stabilito dal programma, la possibilità di fare "quattro passi " fino al Passo dei Contrabbandieri e all'adiacente Cima Casaiole (2779 m). Questo piccolo rifugio in se stesso accogliente , è rimasto testimone di come erano i rifugi di qualche anno fa.


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Lunedì , rito della foto di gruppo e via! Tutti in forma e cominciamo con una piccola salita e poi giù fino al lago di Pian Palù attraverso un verdeggiante ambiente tra distese di rododendri e abetaie e col cielo sereno che faceva da padrone. L'itinerario programmato ci fa lasciare la discesa verso Pejo e si sale per prendere un sentiero denominato "dei Tedeschi" che fa ricordare l'ambiente bellico che operava in questa zona, e che ci avrebbe portato alla nostra meta : il rifugio Doss dei Gembri. Al culmine della salita si intravede in lontananza il punto di arrivo relativamente distante ma una serie di aggiramenti di valli che contornavano la montagna facevano sparire e riapparire la meta, allungandoci il percorso e frustrandoci l'illusione della vicinanza in linea diretta. Per alcuni si è rivelata una tappa dura, viste anche il paio d'ore in più del programma, e chicca finale un aggiramento per cercare il guado causa un ponte distrutto! Però l'ambiente accogliente del rifugio ci ha fatto scodare quasi sin da subito la stanchezza. Questo rifugio nonostante che fosse il punto di arrivo della seggiovia che sale da Pejo non c'erano clienti che pernottavano, segnale che la stagione non era ancora iniziata, quindi era tutto per noi, anche la disponibilità del gestore verso i nostri tifosi di calcio per poter permettere la visione delle partite. Serata che si è chiusa con il programma e le disposizioni per la programmata salita al Monte Vioz (3645 m) del giorno dopo.


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Martedì, anche in questa occasione foto dei partenti verso la cima, siamo in 12 , la giornata di ieri ha segnato per gli altri il bisogno del riposo programmato, permettendo la facile possibilità con la seggiovia di visitare l'abitato di Pejo e le sue Terme. La giornata favorevole il bello e facile sentiero hanno dato la possibilità di percorrere il dislivello di 1330 m nel tempo previsto e di ammirare tutto l'ambiente circostante. Un po' prima della cima si trova il rif. Mantova al Vioz (3535 m), rifugio di avanguardia e sito in un punto strategico prima della cima che ci ha dato la possibilità di coprirci adeguatamente per arrivare in vetta, visto l'andirivieni delle nuvole di passaggio, 20 minuti e siamo in cima! Quota 3645 m, strette di mano, tutti felici, panorami impagabili coronati da famose cime: Cevedale, il Palon De La Mare, P.ta Taviela, P.ta Cadini fino al S. Matteo, poi la Vedretta e Lago del Càreser, inoltre i profili delle Dolomiti di Brenta - Presanella -Adamello. Il più entusiasta di tutti è stato Valter che attorno a questo monte aveva creato tutto il trekking, dando la possibilità agli amici di condividere la sua passione per la montagna anche sulle alte vette. Una sorpresa per tutti che non si aspettavano, dal mio zaino era spuntata la bandiera del Gruppo Senior ! foto, risate, e quant'altro . Appagato "lo spirito" di gioia e meraviglia si è ritornati al rifugio Mantova per appagare anche "il corpo", l'attesa di un piatto caldo, i commenti, e le emozioni di questi momenti hanno fatto da antipasto. Durante il ritorno era quasi scontato che non si sarebbe potuti passare davanti al Dente del Vioz senza che Valter ci salisse sopra, infatti cosi è stato. In compagnia di Francesco si sono staccati alla conquista di questa "Cimetta". Nei pressi del rifugio già c'era il comitato di accoglienza (alcuni dei riposanti !)con le loro congratulazioni, e preoccupazioni per la mancanza dei due! Ma non c'era voluto molta fantasia per capire che ci stava ancora una "Cimetta" e che sarebbero arrivati più tardi.


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Mercoledì, la giornata si presenta bene ma comincia con un dispiacere, a colazione Alessandro e Rino ci annunciano che non avrebbero proseguito per indisposizioni subentrate, purtroppo alla salute non si comanda, si parte assieme e dopo un breve tratto ci si risaluta con dispiacere e via! Si discende verso la Malga Saline e si risale la lunga Val De La Mare con destinazione il Rif. Larcher al Cevedale. Sul comodo verdeggiante sentiero/strada n.127, si toccano alcune malghe in attività e con disponibilità a visitarle. Malga Mare nostro punto di sosta e di arrivo di una strada che sale da Pejo e di partenza per salire attraverso la Val Venezia al rifugio Larcher, sito in un punto strategico circondato da morene e ghiacciai del Gruppo del Cevedale. Visto l'orario di arrivo al rif. nel primo pomeriggio, ha dato la possibilità ad alcuni di fare delle brevi escursioni nei dintorni. L'uscita pomeridiana ha portato un gruppetto, con passaggio su un nevaio, alla La Forcola (3032 m) con grandiosa vista sul M. Cevedale e Zufallspitze e verso NE la veduta sulla Val Martello. Giovedì, ancora bella giornata senza nuvole, ma ….! Ancora due amici abbandonano il cammino questa volta Gino ed il dr. Alessandro sempre per salute, da quando partecipo a questi trekking è la prima volta che assisto a questo sgretolamento del Gruppo iniziale, il che mi lascia un po' di amaro. Foto, e via! Ci aspetta la Vedretta del Càreser, prima sosta Lago delle Marmotte con le acque ancora con presenza di ghiaccio. Altri laghetti chiamati Le Pozze li troviamo prima di affrontare il ripido sentiero di alta montagna che fa sentire la sua diversità facendoci accusare qualche fatica fino al crestone che contorna la "Vedretta" a quota 3135 m. Panorama bellissimo,questa grande conca quasi tutta innevata: M. Marmotta, le tre Cime Venezia, P.ta Martello e altre circostanti ne fanno da corona, non una nuvola!, mentre noi ci troviamo (fortunatamente!) sopra ad una poco distante formazione nuvolosa a bassa quota. Purtroppo la scarsità di neve/ghiaccio non ci permette di attraversare direttamente la Vedretta, ma ci costringe ad aggirare le zone poco praticabili, perdendo anche quota, che allungano il percorso. Quindi sosta pranzo nel bel mezzo, su un "isolotto" di roccia. Una "esperienza nuova" è stata per alcuni di noi camminare lungamente in un ambiente così innevato fino all'altro limite che era la Bocca di Saènt (3121m) punto di accesso all'omonima sottostante valle, dove avremmo trovato il rifugio Silvio Dorigoni (2437 m), meta di arrivo di questa tappa. La discesa piuttosto ripida sovrastante piccoli laghetti ancora semighiacciati in un anfiteatro di montagne con le eleganti Cime Sternai. Per alcuni è stata un po' l'ultima fatica di questa tappa già preannunciata impegnativa, ma l'accoglienza e l'ospitalità di Cecilia e famiglia ci ha messo subito a proprio agio. Il punto sul programma per il giorno dopo porterà a dividere l'arrivo al rif. Canziani attraverso due percorsi diversi.


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Venerdì, una bella foto di gruppo con Cecilia e lasciamo il grazioso rifugio per salire sullo spartiacque del Giogo Nero (2825 m) che porta verso la Val d'Ultimo. Dopo la sosta, come stabilito, il gruppo si divide per un percorso breve ed uno più lungo. Punto di congiunzione dei due percorsi è il Lago Lungo col tratto finale da percorrere in comune per raggiungere il rif. Canziani. Il percorso più corto si sviluppa lungo il sent. 107 e scende nella verdeggiante Val d'Ultimo con il piccolo Lago Nero dove abbiamo messo a "mollo"i piedi e fatto la sosta pranzo il tutto sotto uno splendido sole, anche lo spazio per qualche pennichella. Un primo tratto pianeggiante e sovrastante il Lago Lungo, il sentiero comincia risalire , facendo apparire in lontananza in un ambiente morenico la diga del Lago Verde e il sovrastante rif. U. Canziani, e a valle tutto verde, con il lago Fontana Bianca. La vista cambia ancora quando si giunge al rifugio, effettivamente (lasciandoci alle spalle la diga) il lago è verde incastonato dalle circostanti cime. Altra sorpresa è stato l'aspetto del rifugio, che all'esterno aveva un aspetto classico, ma all'interno un ambiente con luci soffuse che richiamavano la volta celeste, o altre che evidenziavano dei particolari, luogo che potrei dire quasi esoterico, senza nulla togliere al buon gusto. Anche qui c'e stato spazio per il riposino o la piccola escursione, ed il racconto di coloro che hanno fatto il percorso lungo descrivendoci il tragitto fatto dal momento della separazione. Abbiamo appreso che hanno percorso il "Sentiero del Collecchio" salendone prima la Cima Collecchio (2957 m) con una grande croce sulla vetta. Discesa tra numerosi laghetti di multiformi colori fino a passare dal bel Lago Corvo nei cui pressi sorge l'accogliente rif. Stella Alpina. Risalita verso Nord lungo il sent. 12 che porta al Giogo Montechiesa (2740 m) e panoramica discesa al Lago Lungo, intercettando il sent. 107. Come tradizione l'ultima sera al rifugio si conclude con un brindisi "S..offerto" dai "novizi"che quest'anno erano Carole e Francesco ripagati con un applauso e un invito ad una prossima partecipazione. Dietro invito di Valter ognuno ha esposto le proprie impressioni di come ha vissuto questa settimana. Ognuno si è espresso con una sfaccettatura diversa ma con un solo denominatore comune "l'amicizia".


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Sabato,ancora una bella giornata all'insegna del sole e visto che era l'ultimo giorno un ringraziamento a Giove Pluvio che è stato magnanimo per questo trekking, destinazione finale l'abitato di Santa Gertrude in Val d'Ultimo. Questa zona quasi incontaminata dal turismo di massa, particolarmente adatta per vacanze tranquille all'insegna di lunghe passeggiate tra boschi di larici e attorno al Lago di Fontana Bianca. L'arrivo in paese veniva preannunciato dallo svettante campanile e la sua chiesa in stile tipicamente atesino sovrastanti il grazioso paese, custode di una particolare curiosità che si trova nella parte più bassa dell'abitato, la presenza di tre larici stimati di circa 2000 anni di età con altezze intorno ai 36 m e 8 m di circonferenza. Scaricato a terra lo zaino si sono prese le più disparate direzioni, chi a visitare la chiesa ed il suo grazioso cimitero, chi a cercare ristorante e bar, chi alimentari, e chi a visitare "i larici" che hanno lasciato lo stupore di cosa può riservarci la natura. Ancora una volta ho avuto la possibilità di fare e ammirare cose che non avrei fatto da solo, se non accompagnato da amici.

Bellarmino








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