SPAZIO SENIOR       HOME - caivarese@caivarese.it
            Email - senior@caivarese.it

Trekking 2009 attorno al M. Civetta e Valli di Zoldo

Nella collezione dei Trekking dolomitici mancava al Gruppo Senior questo percorso nel Bellunese, che il buon Valter ha tracciato con passione e dovizia. Partenza da Varese come consuetudine di Domenica. L'inizio del trekking dalla forcella di Staulanza è stato preceduto da un viaggio con il tempo sereno, ma i 26 partecipanti hanno fatto subito i conti con le previsioni meteo, una serie di leva e metti l’attrezzatura da acqua fino al rif. Coldai. Poi come da programma escursione pomeridiana alla Cima di Coldai (2403 m) da parte di un gruppetto di “infaticabili” che hanno goduto di una vista a 360° soprattutto sulla Civetta e sul Pelmo. La sera, dopo un temporaneo annuvolamento, ha fatto la sua comparsa la luna. L’accoglienza al rif. Coldai è stata ottima sotto tutti gli aspetti e come da tradizione il dopocena è stato rallegrato dai nostri canti animati che ben conosciamo, fino alla buonanotte con le litanie “del vino”, coinvolgendo anche degli ospiti stranieri. La mattina di Lunedì, partenza per il rif. Vazzoler, purtroppo, per non gravi motivi familiari, il nostro amico Giulio ci lascia, peccato. Il tempo non soleggiato non promette acqua nell’immediato, si cammina guardando sempre in su, non il cielo per vedere se piove, ma le rocce che ci sovrastano: le pareti strapiombanti del Gruppo Civetta. Abbiamo calpestato alcuni nevai ancora presenti ( molto abbondanti in zona per le nevicate invernali) lungo il percorso. Una deviazione per il rif. Tissi, complice una pioggerellina, ha diviso in due il gruppo, i “duri” verso la ripida salita al rifugio per ammirare quello che si poteva chiamare panorama, e la vista quasi verticale del sottostante Lago di Alleghe, mentre gli altri proseguono direttamente per il rif. Vazzoler.


immagine1   immagine2

Quanto appariva piccolo l’uomo sotto le magnifiche guglie e l’imponenza delle Torri Venezia e Trieste che tra la vegetazione e le nuvole in movimento, ogni tanto lasciavano intravvedere le cime, in un irreale silenzio da meditazione, rotto soltanto dal rumore del camminare sul bagnato. La tappa verso il rifugio è stata di poche ore, così spinti dall’acqua siamo arrivati al rifugio in un orario adatto per cibarsi dei suoi piatti caratteristici, ma anche dei prodotti della vicina malga! Il programma pomeridiano prevede l'uscita verso la Palaza Alta (2255 m) che Valter, Renato e Carlo raggiungono attraversando una larga distesa di pini Mughi. Altri passano il pomeriggio in completo relax (come pensionati!) giocando a carte o brevi passeggiate ritagliate nelle occhiate di sole sotto la maestosità della Civetta-Busazza. In generale, il trattamento non è stato all’altezza del precedente. Martedì, foto di gruppo prima della partenza, rito che si è ripetuto tutti i giorni, e, materiale “antiacqua” a portata di mano. Le previsioni meteo prevedevano acqua per le ore12, e puntuale è arrivata lungo il percorso verso il rif. Carestiato sorprendendo anche il gruppetto HP ( Hit Performance) nell’andare verso la Lastia de Fràmont (2294 m) che hanno dirottato al più vicino M. Alto di Framont (2181 m). Bello il rifugio con ancora un'ottima accoglienza, pure la cucina dove alle 13,30 tutto era buono. L'inserimento dei “neotrekkisti” è buono! La differenza tra una gita giornaliera e un trekking è che lo stare assieme giorno e notte assume un’altra valenza. Simpatico e disponibile il gestore Renato, nel descrivere le montagne circostanti, la vicina ferrata G. Costantini, i sentieri e commenti vari sulla vita al rifugio. Buono il trattamento tanto che in omaggio alla moglie Micaela, il nostro coro condotto dal maestro Bellarmino ha dedicato il canto ”La chiesetta di Transacqua”, essendo lei residente in questo paese.


immagine3   immagine4

Mercoledì che bello, Giove Pluvio si è fatto clemente almeno fino a sera, via verso il Pramperet-Sommariva, si cammina in buona parte nel bosco e, a causa delle piogge notturne e dei giorni precedenti, i sentieri sono molto fangosi, rallentando la marcia, ma non la voglia di andare! Finalmente una pausa pranzo, nel verde alla Forcella del Moschesin ai piedi del Castello del Moschesin con vista sulla valle di Zoldo , ci ha dato la possibilità di alleggerire il proprio zaino. Discesa tra verde e prati fioriti (non sono mai mancati) verso l’ancora (non alberghetto!) tipico rifugio di qualche anno fa, con dormitorio staccato dal corpo principale e Villa Carmela per gli scarponi e acqua calda !! in bagno pure staccato,ci ha fatto fare un passo indietro di qualche anno. Simpatico il custode Paolo, e anche contento perché tranne qualche passante eravamo il primo gruppo a fare tappa, diceva che qui la neve aveva seppellito il rifugio di circa 8 metri! Uscita pomeridiana di un gruppetto di infaticabili lungo il sentiero 514 (quello dell'Alta Via n. 1 che porta a Belluno) fino alle Cime de le Balanzole. Per cena il gestore ci ha concesso di personalizzare il menù con tanto d’antipasto e vino compreso nel prezzo. Qualche preghiera per la notte da chi ha dormito al 3° livello del letto a castello, ha chiuso la serata ma non la nottata! evidenziato da questa promiscuità , si è tenuto uno dei migliori “notturni” in Chiave di Basso e Contralto !
Giovedì partenza un po' piovigginosa verso la Casera di Bosconero. Il sole è apparso all’arrivo della Casera Pramper che oltre alla bella posizione ci ha dato uno spunto per una sosta “lattea” fuori programma, poi giù per strada a tratti asfaltata fino a Forni di Zoldo. Un buon pic-nic nei giardinetti comunali dopo aver fatto spesa al CRAI non CAI !
Zaino in spalla e via, ma per una serie di circostanze i nostri scarponi si sono fatti un bel pò d’asfalto, fino all’innesto del sentiero tutto in salita nel bosco e finire nella radura della Casera di Bosconero.


immagine5   immagine6

Tre corpi di edificio uno adibito a dormitorio, uno per l’accoglienza e l’altro per le attrezzature. Siamo stati accolti dalla simpatica e vivace Monica col suo cane e l’oca Olga, la quale si muoveva tra noi più a suo agio del cane. Come aiutanti a gestire la Casera, Monica si è avvalsa di una collaboratrice e di (scherzosamente) un tecnico dei WC!! È stata una sorpresa vedere sulla porta del bagno delle tabelle, penna e crocette su pipì e popò. Mistero subito svelato, era uno studente universitario che affrontava uno stage per il suo studio di tesi, che approntando alcune vasche riempite di vari materiali e impiantate particolari piante depuravano il materiale biologico delle crocette! Rilasciando l’acqua depurata e per produrre con attrezzatura adatta del biogas, dietro nostra richiesta ci ha tenuto una lezione su questo studio e spiegazione particolareggiata delle fasi di questo ciclo, ritenendo che questo piccolo ambiente era l’ideale per monitorare tutti i dati. Anche qui il camerone per dormire a castello a due piani, con una impronta migliore dell’altro, fornito anche di un soppalco che il presidente ha preso subito postazione di controllo, poi affiancato da Sandro desideroso di spazio. Abbracci, baci e foto e il prcorso di Venerdì comincia infilandosi in un tratto di bosco in ripida discesa rorido delle piogge notturne e scivoloso per il fango fino alla base delle pareti meridionali delle Pale dal Sèch, dove è avvenuto un franamento il 4-11-1966. Si risale il ripido e non banale sentiero del Coston de la Calada fino alla Forc. de la Calada (1858 m). Dietro consiglio di Monica una breve deviazione ci porta alla baita Darè Copada da dove si scorge un meraviglioso panorama e, situata in un posticino tanto accogliente da indurre una parte del gruppo a sostare per il pranzo, mentre gli altri si incamminano lentamente verso l’albergo/rifugio Remauro. Ma ancora Giove Pluvio con minacce, ha spinto tutti verso il passo di Cibiana senza farci godere ancora la montagna (N.d.R. ho il sospetto che sia d’accordo con i gestori del luogo!) così, a breve distanza di tempo ci siamo ritrovati insieme, ancora per poco.


immagine7   immagine8

Sistemate gli zaini, anche con la pioggia una parte del gruppo è scesa al paese di Cibiana (non tutti poltriscono!) la cui caratteristica, oltre a quella dei graziosi paesi di montagna è famosa per i suoi Murales. Questi dipinti ispirati a svariati temi e stili, sono stati distribuiti anche nelle piccole frazioni tra cortiletti ed angoli che conservano le umili origini di questi luoghi e dei loro abitanti, gli itinerari di visita ben segnalati da pannelli ci hanno permesso di vederli tutti. Questo spazio di tempo libero ha permesso anche fare piccole spese dei prodotti locali. Accogliente quest’albergo, che oltre al classico servizio si offre anche in parte “sistemazione rifugio” in una accogliente camera , ma quello che più contava era una “lunga doccia calda”!!. Come ultima serata insieme è sempre una festa in famiglia, dove le risate non mancano già da subito a partire dalle prenotazioni dei piatti per la cena, dove nonostante ripetute controprove il conto non tornava! Gli auguri a Venanzio e Lucia (virtualmente presente)! per festeggiare il loro 40° anniversario di matrimonio, il quale tiene molto in considerazione la nostra partecipazione a condividere questo momento offrendoci la possibilità di brindare assieme. La tradizione ormai consolidata che i nuovi trekkisti? Che a onor della loro partecipazione contribuiscano ad un brindisi, Sergio e Marina non hanno mancato a questo pegno con un altro Cin-Cin e un invito ad esternare le loro impressioni di questa settimana. Sergio ha esordito ricordando la prima esperienza nelle passeggiate dei periodi dell’oratorio da ragazzo, questo salto di tempo ha rinverdito i suoi ricordi, ha emotivamente ringraziato tutti per avergli dato la possibilità di questa nuova esperienza.
Marina anche Lei non nuova nell’andare in montagna ma con la famiglia, l’averlo fatto con questo gruppo ha scoperto un modo diverso di viverla, anche sentimentalmente, tanto che le sue impressioni le ha voluto esternare con delle rime che hanno toccato un po’ tutti i partecipanti con simpatica dolce ironia, e più profondamente verso chi non solo in montagna, cammina con Lei. Non è mancata la presenza di Gino, il nostro “Vernacoliere Bosino”, che anche queste montagne gli hanno dato ispirazione per una sua poesia, letta con emozione quasi schivo ad esternare i suoi pensieri meditati nei lunghi silenzi che lo caratterizzano. Quasi a sorpresa, a nome di tutti, Patrizia ha omaggiato il nostro inesauribile (sotto tutti gli aspetti) Valter per il lavoro che da tempo dedica al gruppo con sempre nuove proposte, professionalmente preparate su misura per noi, invitandolo ad un nuovo progetto. Dopo l’apprezzamento anche Lui ha ringraziato tutti Noi per l’apporto dato con la nostra calorosa partecipazione e un pizzico di amarezza verso il tempo, che non Ci ha permesso di effettuare tutte le sue “cimette”programmate. Anche il Presidente è stato omaggiato (cioè Io) a nome di tutti, e per par-condicio da un’uomo!, Sauro!! (ironia a parte, siamo molto amici).Mi ero dimenticato che avrei dovuto dire anch’io qualche parola (non sermoni!vi è andata bene!) in qualità di presidente, così solo due parole, ricordando Giulio che ha dovuto lasciare il gruppo quasi da subito, ringraziando tutti indistintamente , perché direttamente o indirettamente il gruppo ha fatto crescere anche in me: esperienza , responsabilità e impegno. Come Bellarmino mi sono sempre trovato bene, specialmente nelle serate dopo cena, con Renato e tutti quelli che partecipavano a quel semiserio “cantashow”, dove tutte le stanchezze vengono dimenticate.


immagine9   immagine10

Giornata quasi turistica quella di Sabato. Obbiettivo il monte Rite dove il noto Mesnner ha progettato uno dei cinque musei dedicati alla montagna, questo ispirato al tema della “Dolomiti - il mondo verticale”. Chi è partito con Jeep navetta, e chi per il sentiero, i quali hanno potuto ancora assaporare i piaceri del camminare nel bosco con ritagli di montagne illuminate dal sole arrivando a quota 2181. Questo museo ricavato da una ristrutturata ex Caserma della prima guerra mondiale, contiene quadri, documenti, modelli di abitazioni tipiche, materiali d’epoca appartenuti ad alpinisti (anche reperti militari), dal romanticismo fino ai giorni nostri rappresentati anche con filmati delle ultime imprese alpinistiche nel Sud America. Sul tetto sono state costruite (al posto delle torrette dei cannoni) delle strutture acciaio-vetro stilizzate rappresentanti le varie forme del cristallo di Dolomia, dal cui interno “tipo osservatorio” si poteva spaziare un bellissimo dolomitico panorama a 360°. Panorama già pregustato all’arrivo con lo scatto di innumerevoli foto, che con le nuvole in movimento e l’aria frizzante ha reso particolare questa mattinata in un connubio tra cultura e montagna. Col ritorno (in ordine sparso) all’albergo, dove sarebbe dovuto arrivare il pulman per portarci a casa, si è conclusa la settimana Bellunese con “scarponi”. La conta se c’eravamo tutti (qualcuno voleva rimanere qui, in questi posti!) l’abbiamo fatta un po’ più a valle causa lavori sulla strada. Sì, all'appello c’eravamo tutti.

Bellarmino








CAI VARESE - Via Speri della Chiesa, 12 - 21100 Varese - tel e fax 0332.289267 - email: caivarese@caivarese.it