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IL BIVACCO
Riportiamo l’articolo pubblicato sull’annuario sezionale del 1974 in occasione dell’inaugurazione del nostro bivacco. Si poosono trovare descritti l’itinerario per raggiungerlo e le relazioni delle salite più importanti aventi a base il bivacco stesso.Recentemente la struttura ha subito un importante intervento di manutenzione grazie alla competenza ed alla disponibilità del nostro instancabile GRUPPO SENIOR di cui diamo il relativo resoconto. Con l'installazione dei bivacco Varese da parte della nostra sezione si è creato un motivo in più per visitare questa zona dell' Ossola che riserva, a chi non la conosce, belle sorprese. E incredibile quanto la mancanza di informazioni faccia trascurare montagne poste sull' uscio di casa, che invece sono conosciuto ed apprezzate grazie anche ad appropriate pubblicazioni. Per ovviare almeno in parte a questa grave carenza, in questa sede verranno descritte alcune classiche vie, di salita alle, montagne suddette che coronano l'alta Val Antrona, zona dove ubicato il nostro bivacco BIVACCO VARESE AL LORANCO (itinerario) E' situato a m 2650, sul filo del ripiano, con il quale termina la cresta est dei pizzo di Loranco (Míttelrúck). Dal versante italiano. Si può giungere a Cheggio, percorrendo la statale dei Sempione fino a Villadossola e poi risalendo tutta la valle Antrona, con qualunque mezzo di trasporto, compresi (non tanto agevolmente) pullman di 40 posti. In prossimità della diga sul lago dei Cavalli vi sono parecchie piazzole per parcheggio, I guardiani della diga possono incaricarsi del trasporto dei sacchi fino al rifugio Andolla, mediante una teleferica che serve detto rifugio, situato lungo il percorso che porta al bivacco. Essi hanno in deposito le chiavi dei rifugio Andolia, mentre il bivacco è sempre aperto. Da essi è possibile avere informazioni sull'eventuale presenza di alpinisti al bivacco. Da Cheggio, si attraversa il coronamento della diga e si prosegue per un suggestivo sentiero che costeggia a sinistra il lago dei Cavalli e porta alla sua estremità nord-ovest. Valicato il torrente si prosegue per sentiero di fondovalle in leggera salita. Superato un breve salto sulla destra dei torrente si giunge a un cartello stradale (!) indicante un senso obbligatorio. Si abbandona decisamente il fondovalle e si piega a destra seguendo il sentiero che con una successione di strappi in salita intercalati da brevi tratti pianeggianti, porta al rifugio Andolla (ore 2 dalla diga). Il sentiero è, segnato ottimamente con pittura gialla, soprattutto nella parte finale. Di qui, attraversata la conca erbosa alle spalle dei rifugio, si proseguo dopo una breve salita per un sentiero che taglia il fianco della valle con percorso per lo più a mezza costa e con un bel panorama, puntando alle pietraie immediatamente alla destra della base della cresta est del pizzo dí Loranco. Dalle petraie si risale sulla sinistra sul primo risalto della cresta e si giunge al bivacco Varese (ore 1.45 dal rif. Andolla) Dal rifugio al bivacco il sentiero è stato segnato con triangoli rossi. Il bivacco è visibile già dai pressi del rifugio Andolla e spicca nettamente ai di sopra del salto iniziale della cresta. Dal versante svizzero, per le cordate provenienti dalla vaile dí Saas é possibile raggiungere il bivacco Varese scavalcando lo Sonnigpass secondo l' itinerario descritto più avanti ANDOLLA o PORTJENGRAT 3653 m (generalità) Montagna orograficamente importante, presenta aspetti differenti secondo i versanti. Per l'alpinista, piu interessante appare quello italiano (SE), che si alza con notevole disiivello al disopra dei magri pascoli dell'alta Vai Loranco (circo iniziale della Vai Antrona) movirnentato da potenti speroni che salgono come barbacani alle creste sud e est. La sua struttura rocciosa, costituita da ortogneiss particolarmente solido, ha attratto fin dall’ inizio della sua storia alpinisita, alpinisti del calibro di un A. Burgener (guida) che con von Kuffner salì la cresta est e con Dent la cresta sud. Più tardi, tra il 1919 e il 1947 anche A Bonacossa tracciava almeno tre itinerarí, alcuni dei quali forse mai rípetuti. Qui vengono descritti gli itinerari di salita per la cresta sud anche con una variante iniziale del Bonacossa e discesa per la cresta est, via normale italiana. Cresta est. Via normale Difficoità PD sup. Ore 6. Dal rifugio Andolla seguire il sentiero che porta al bivacco. Arrivati all’ apposita indicazione lasciare il sentiero principale e prenderne uno che si stacca a destra e continua a salíre; dirigersi ad una comba sassosa che termina ad un colletto (2803 m) immediatamente a est della quota 3177 che porta ad un grosso segnale. Dal collotto 2803 seguire fedelmente il filo di cresta, passando per le quote 3177 3251 e 3316 senza incontrare particolari difficoltà (ore 4 dal rif`ugio). Subito dopo la quota 3316 inizia la parte più difficile: salire per circa un'ora (150 m di dislivello) lungo il filo di cresta molto largo, foggiato a gradoni e generalmente di facile percorribilità.Qui si può continuare direttamente per il filo di cresta fino in vetta, contornando a sinistra un gran gendarrme aguzzo, con difficoltà che raggiungono, in qualche passaggio, il 3° grado inferiore. Oppure traversare il fianco SE lungo una cengia evidente che, in leggera salita raggiunge la parte finale della cresta sud, con difficoltà un po' inferiori alla salíta diretta (ore 2 . tot. 6). In discesa è da preferirsi la seconda possibilità: scendere per la cresta sud, passando per il tunnel naturale, per circa 40 m, stando sul versante est raggiunta la cengia obliqua piegare a sinistra (NE), raggiungere la cresta est o scendere per questa (dalla vetta al rifugio Andolla ore 4). Cresta sud Difficoltà AD sup. Ore 4,30-5 Dal bivacco, con direzione Nord, raggiungere il nevaietto compreso tra la cresta sud e uno sperone che, staccandosí dalla quota 3490, scende verso SE. Risalire il nevaietto verso NO in direzione di una facile rampa caratterizzata all'inizio da tre o quattro cavernette ben visibili. Salire questa rampa che porta ad un canale di sfasciumi, facile senza neve, che sale fino alla cresta sud che è anche cresia di frontiera (ore, 1,30 .'2 da bivacco). Scendere pochi metri buil elcinentate, versante O (svizzero) e costeggiando la cresta contornare una elevazione raggiungendo un breve, valloricello che dà ad un caratteristico intaglio della cresta sud, chiamato « Portje ». Dal Portje l'accesso alla cresta, è sbarrato da un niuro di roccia chiara per superare il quale si deve stare tutto a sinistra dove questo muro si abbassa fino al nevaio. Saliti sulle placche sovrastanfi, con direzione NE raggiungere il filo di cresta (bella arrariripicata su placche) che si segue fedelmente, passando per un gendarme cori un bel passaggio esposto sul versante est (grossa maniglia di ferro) lino a giungere ad una prima spalla rocciosa quotata 3490 m. Da questa si sale ad una seconda (3560 in) dove comincia un elementare tratto pianeggiante di cresta nevosa che in 10 minuti conduce ad una piccola breccia alla base dell'ultimo tratto di cresta, tutto irto di gendarrni. Convione traversarli tutti per il filo con buona arrampicata che in circa, un'ora prta in vetta , passando alla fine per un tunnel naturale (ore 3 – tot. 4,30-5). Variante Bonacossa.Mai inverno Secondo la guida svizzera questo itinerario è il migliore tra quantí salgono all' Andolla dal versante italiano; esso segue lo sperone che dalla spalla quotata 3490 scende vefso S E. Dal nevaio raggiungere il nevaietto di cui sopra e anziché a NO dirigersí a NE ad una rampa detritica che permette di superare lo zoccolo basale dello spercine. Raggiunto il filo conviene attaccare direttamente salendo per una parete quasi verticale ricca di fessure, con un passaggio leggermente strapiombante (1 chiodo IV grado) seguito da un tratto più facile. Seguono parecchi tíri con difficoltà attorno al IlI grado fino ad un tratto facile a blocchi, seguio da altri tiri di arrannipicata sul filo di cresta che, portano ad una breve paretina verficale (pass. di IV grado). Ancora pochi tiri sempre sul filo portano al punto di congiunzione dello sperone SE con la cresta sud (quota 3490); dall'attacco ore 3. Si continua poi con l'itinerario precedente fino in vetta. PIZZO DI LORANCO o MITTELRUCK 3363 m (generalità) Montagna di poca irriportanza orografica, ma alpinisticamente di rilievo perché con la sua cresta est offre, secondo la guida svizzera del Vallese, « ... une des plus belles varappes de toute cette region ». In verità questa cresta, che ha un dislivello di 650 m e un notevole sviluppo. offre un itinerario molto interessante, adatto come via di allenamento per salite in roccia più difficili in alla montagna, e di per sé meritevole di essere salito perché vario e divertente senza mai impegnare a fondo, grazie anche al fatto di essere costituito di buona roccia, del tipo di quella dell'Andolla. Cresta est Difficoltà AD sup.(variiante díretta: AD inf.) - Ore 5-6 E’ conosciuta anche come cresta Lago Maggiore. Dal bivacco salire per la cresla sul lato sud, per erba e roccetle soilde fino ad una prirna spalla. Superare il salto successivo al centro, prima per placche, poi per un caminetto e infine per un diedrino (1 chiodo IV grado) uscendo su piacche più facili. Salire per queste verso sinistra e poi per il filo di cresta erboso e facile che però si fà via via più interessante. Si arriva cosi ad un salto verticale: lo si attacca sulla destra per una spaccatura seguita da una rampa che porta alla base di un breve diedro .camino (fin qui III grado), Salire il diedro .camino (IV grado inf.) e dalla forcelletta sovrastante proseguire ancora per 2 m sullo spigolo, poi a destra 2 m verso una fessura e per questa tornare allo spigolo. Dopo un breve tratto orizzontale scendere in doppia per 10 m (cordino su spuntone già in loco) e raggiungere di nuovo la cresta con breve traversata orizzontale. Segue un tratto facile fin sotto ad un salto di placche: traversare 10~12 a sinistra fino ad un ottimo terrazzino con parapetto. Da questo superare le placche sovrastanti tendendo a destra (un chiodo all'uscita) e fermarsi ad un terrazzino per riprendere poi la cresta fin sotto al salto terminale. Si presentano a questo punto due possibilità di salita: a) a sinistra, direzione SSO, una facile cengia erbosa porta alla cresta sud, seguendo la quale, senza difficoltà alcuna si giunge in vetta; si evita in tal modo la parte finale della cresta il cui superamento è nettarnente più difficile della parte sottostante. b) continuare sul filo di cresta, ora più ripido e difficile, fin sotto allo spigolo terminale. Traversare pochi metri a destra in un diedro da risalie interamente (30 m . 2 strapicimbi – un chiodo verso l'alto; un passaggio di V grado inf.) e fermarsi ad un terrazzino alla sua sommità. Continuare a destra per cengie in leggera salita per 30 m circa fino ad un punto di sosta con chiodo. Salire tendendo un po' a sinistra per circa 20 m uscendo su una cengia terrosa e umida (delicato) poi traversando a sinistra si arriva ad una zona di grossi blocchi. Salendo direttarnente tra questi si sbuca in vetta. Per scendere si segue la cresta sud elementare fino al Sonnigpass, poi vedere l'itinerario pel questo, più avanti riportato. PIZZO BOTTARELLO o SONNIGHORN 3487 m (generalità) Sorge a sud del Pizzo di Loranco dal quale è diviso da un ampio colle denomínato Bocchetta del Bottarello o Sorinígpass, 3152. E’ conosciuto come punto panoramico di prim'ordine, in particolar modo verso ovest, dove sono schierati tutti i 4000 che vanno dal monte Rosa a sud fino al Nadelhorn a nord. L'accesso dal bívacco, avviene salendo prima al Sorinígpass (vedere più avanti) e poi percorrendo la cresta nord .est. Cresta nord .est Difficoltà PD sup. Ore 1,30 Senza scendere alla massima depressione dei Sonnigpass, provenendo dal bivacco, salire subito per la facile cresta, all’inizio molto larga e in parte nevosa. Continuare sempre sulla cresta rocciosa, cercando di stare sul filo dove la roccia è buona e sempre rnigliore che sui fianchi e non lasciarsi attrarre da una cresta nevosa che per un tratto corre parallela a quella rocciosa (la vera e propria cresta della montagna). Non si incontrano difficoltà degne di nota né di arrampicata né di scelta di percorso. La discesa avviene per lo stesso itinerario di salita. BOCCHETTA DEL BOTTARELLO o SONNIGPASS 3185 m Valico un tempo molto frequentato anche con greggi. Oggi ha solo interesse alpínistico .escursionistico. Serve come passaggio di transito tra la val Antrona e la valle di Saas ol tre che per raggiungere le cime immediatamente vicine. E’ la via naturale di accesso. venendo dal versante svizzero. Dal bivacco scendere a sud, traversare l'ampia distesa detritica dirigendosi ad un canale nevoso che intaglia una bastíonata rocciosa che sale subito a sud del Sorinigpass. Superare senza problerni questo canalone, tanto più agevolmente quanto più innevato, fino ai facili pendii erbosi .detritici sovrastanti. Per questi, a tratti anche con tracce di sentiero, si arriva ad una spalla detritica un po' più alta del passo; da questa con breve scivolata si scendo alla massima depressione (ore 1,30 .2). In discesa si tiene lo stesso itínerario. Se il canalone, a tarda stagione fosse privo di nove e col fondo ghiacciato, lo si può evitare scendendo a sinistra per il pendio erboso .detrítíco, ma facendo bene attenzione a non fínire su salti insuperabili. Verso il basso un tratto più ripido può essere superato con una facile corda doppia ( cordini su spuntone già in loco). La zona descritta in questo articolo è riportata sul foglio n. 284 . Mischabel . scala 1:50.000 e sul foglio n. 1329 .Saas . scala 1:25.000 della Carta Nazionale Svizzera. Per altre eventuali informazioni consultare la guida dei CAS, « Alpes Valaisannes », volume IV, stampata anche in lingua francese, corredata da schizzi e ottime fotografie. Franco Malnati (CA.A.I.)
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