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    2003 - Alpinisti X Kaso

Finalmente la battaglia contro le avversità della tecnologia che soggioga il nostro secolo si è conclusa, dopo una battaglia senza esclusione di colpi, l’homo sapiens sapiens ha trionfato riuscendo a far tornare tutto alla normalità , quindi , rieccomi qui, a narrare l’epico svolgimento dei fatti di cui il glorioso alpinismo giovanile è protagonista anche questa volta.
Avventure che nulla hanno da invidiare all’iliade, o all’odissea, con l’unica differenza che noi non perdiamo tempo con le circi o i polifemi.
Incipimus tunc historiam nostri:     (le so tutte!)
Meta degli eroi: Lago di Mergozzo, pur non essendo cambiata l’ora delle nostre levatacce (per essere domenica) , l’aria estiva alle porte ci conferisce uno sguardo meno vitreo, inoltre per una volta , per omnia pericola tasta testicula, e per fortuna, le previsioni svizzere hanno fatto buca e anche quelle del nostro professor furia, e certo non ce ne dispiace affatto. Si dava infatti giornata nuvolosa con rade schiarite a est, al nostro arrivo a Mergozzo non abbiamo visto una sola nuvola!!!
Con nostra magna gioia e gaudio siamo partiti subito alla volta dell’alpe Ompio, Il caldo imperversava come se fossimo a giugno. Forse qualche nuvoletta poteva esserci, pensa qualcuno, ma è meglio non dirlo per non passare per l’uccello del malaugurio.
Lungo il tragitto attraversiamo un eremo, una zona abitata da eremiti, sarà che ho visto troppi film, ma io l’eremita l’ho immaginavo un barbogio vestito con una rozza tela di sacco col bastone nodoso, questi tizi invece portavano pure le scarpe da ginnastica, e non abitavano nelle caverne!!! Mistero.
Pausa pranzo all’alpe Ompio , spintaneamente pochi intrepidi, spinti dal nobile animo montanaro(????) pensando a saziare i loro occhi più che il vulgaris (et affamatus) stomaco partono alla volta del monte Fajè dal quale si gode un ampio scorcio della selvaggia Valgrande. Mentre gli intrepidi ansimavano e gli altri digerivano.
Il monte aveva una forma collinare e priva di alberi che mi ha facilitato la discesa a rotoloni, praticamente, tu arrivi svieni, più per la fame e la stanchezza che per la commozione, cadi, rotoli e arrivi a destinazione, mica male no?
Dopo aver mangiato e ben bevuto , ehh!?? L’allegra comitiva è ripartita per riprendere il pullmano, che ci ha riportati a casa a saziare il vulgaris(et affamatus) stomaco.


Omero et cicerone + Luca (gramsci) &co.




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