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DOMENICA 25 MAGGIO 2003 - MONTE CORNIZZOLO DA CIVATE


Sulle tracce di re Desiderio: un'escursione alla scoperta dei mutevoli aspetti delle montagne dell'alta Brianza.
La pianura briantea si rompe in una serie di colli morenici che ancor oggi recano le tracce dell'antica erosione glaciale nei laghi di Alserio, di Pusiano e di Annone.
Più sopra, la valle del Lambro si insinua nel Triangolo Lariano a dividere il massiccio del San Primo e del Palanzone, a ovest, da quello dei Corni di Canzo, a est.
E' quest'ultima zona quella di gran lunga più dirupata, quasi un anticipo delle antistanti Grigne.
Non per niente vi sono state tracciate vie di roccia di un certo impegno, e attrezzate due vie ferrate.
Ma al di là di questi motivi di interesse alpinistico la zona racchiude alcune curiosità tra le più rimarchevoli della provincia di Como.
Innanzitutto la basilica di San Pietro in Monte, poi la costiera del Monte Prasanto e del Sasso Malascarpa - che costituiscono un vero museo geologico che si prolunga nella Val Ravella - per finire nella piccola, ma non meno affascinante, chiesetta di San Miro al Monte.
Il tutto circondato da una natura che, fatte salve un paio di stradette, e' restata pressochè intatta e ammanta con densi boschi i fianchi delle montagne.



Un monumento nascosto che si dice longobardo

Sopra Civate, uno degli ultimi villaggi che si incontrano lungo la superstrada Milano-Lecco, si apre la Valle dell'Oro.
Ovvero uno strano impluvio del tutto dissimmetrico: a sud boschi e qualche pascolo, che in forme arrotondate salgono alla regolare piramide del Monte Cornizzolo; a nord ripidissime balze erboso-rocciose, sulle quali non è facile inerpicarsi per raggiungere il Corno Birone e il Monte Rai.
In questa valle, a quota 662, sorge la basilica di San Pietro in Monte, detta anche di San Pietro di Civate, considerata uno degli antichi monumenti lombardi più interessanti della zona.
Si dice che la sua origine risalga al 772, quando Desiderio, ultimo re dei Longobardi, ampliò un piccolo oratorio in segno di riconoscenza.
Il figlio Adalgiso avrebbe infatti recuperato la vista, persa durante una caccia al cinghiale, bagnandosi in una vicina fonte.
La basilica attuale risale all'XI secolo, ma perse importanza successivamente in favore di San Calogero, che sorge a Civate.
Fu tuttavia a lungo custodita da un cappellano sinché, nel 1611, questi venne ucciso e il monastero depredato.
Il complesso, già visibile da lontano, colpisce il viandante quando si sbuca sul piazzale.



A monte, la basilica vera e propria, a pianta rettangolare con un'ampia scalinata cui fa seguito un atrio semi-circolare illuminato da bifore. Più in basso, l'oratorio di San Benedetto.
Anch'esso dell 'XI secolo a pianta centrale triabsidata, che custodisce resti di affreschi coevi.
All'interno di San Pietro si trova un'ampia navata coperta da capriate, mentre particolarmente notevoli sono l'abside decorata in forme bizantineggianti ed alcuni affreschi alle pareti.
Vera opera d'arte è poi l'altare in serpentino verde, sormontato da un ciborio che, pur nelle dimensioni più limitate, è paragonato, per bellezza e finezza delle decorazioni, a quello della chiesa di Sant'Ambrogio a Milano. Due scale permettono di scendere in una cripta completamente interrata sotto l'abside, anch'essa con affreschi e ricche decorazioni in stucco dell 'XI secolo. Sul lato destro della chiesa sono i ruderi del monastero, mentre il campanile è ormai caduto in rovina.
Sopra il portale campeggia la raffigurazione della "Traditio Legis", con Cristo affiancato da san Paolo (a sinistra) e da san Pietro ( a destra), mentre tutto l'apparato pittorico dell'interno è ispirato a motivi apocalittici, molto diffusi nel Medioevo, e qui interpretati sulla base di precise fonti esegetiche tra le quali il De Paradiso di sant'Ambrogio.
Gli affreschi, testimonianza dell'altissimo livello qualitativo e iconografico a cui era giunta l'arte medioevale e dal quale si svilupperà il tipico Romanico lombardo, risalgono probabilmente agli anni 1050-1075 e risultano opera di diversi pittori che, dal punto di vista stilistico, si rifanno a modelli di matrice ottoniana senza escludere riferimenti alla tradizione tardoantica, all'arte bizantina e a quella carolingia.
Nel vano dopo l'ingresso compaiono le figure di papa Marcello (a destra) e di papa Gregorio (a sinistra), che invitano i fedeli ad entrare, mentre sulla prima voltina è dipinta la Gerusalemme celeste, della quale il tempio è simbolo, con Cristo che campeggia al centro.
Sulla successiva piccola volta, alla quale ne sono affiancate altre due, sono raffigurati i quattro fiumi del Paradiso, mentre quelle laterali presentano i simboli degli evangelisti e i sette angeli del giudizio finale intenti a suonare le trombe.
Ai lati del portale principale si trovano infine due cappelle, le cui pareti sono un trionfo di schiere angeliche e santi.
L'osservatore si trova di fronte ad un potente ciclo apocalittico, nel quale ogni particolare sembra convergere verso la straordinaria lunetta affrescata della controfacciata - visibile uscendo dalla chiesa e quindi monito per il fedele che lascia il luogo sacro -, sopra i tre archi del vano d'ingresso e delle cappelline laterali.
Si tratta di una grandiosa rappresentazione della "Vittoria sul Drago", con al centro il Cristo assiso in trono e ai suoi lati le turbe angeliche capitanate dall'arcangelo Gabriele che trafiggono il rettile demoniaco.
A sinistra dell'affresco una figura femminile, assistita da una levatrice dopo aver generato un bimbo, contrasta con la drammaticità della scena centrale.
Al centro della chiesa campeggia un notevole ciborio ornato da immagini a stucco sulle facciate esterne e da affreschi sulla cupoletta.


L'escursione
Civate 269 m - San Pietro al Monte 662 m
rifugio Marisa Consigliere 1110 m
Monte Cornizzolo 1196 m
Dislivello. 927 m
Difficoltà: E
Caratteristiche: mulattiere e sentieri
Tempo: 4 ore
Periodo consigliato: praticamente tutto l'anno, ma i momenti migliori sono la primavera e l'autunno
Carte: IGM 1:25.000 Erba, Oggiono, Asso; Kompass 1:50.000 Lago di Como-Lago di Varese.




Accesso: da Milano lungo la superstrada Nuova Valassina sino al bivio per Civate..
Da Civate si imbocca una nuova stradetta che si sposta verso ovest sino a raggiungere una località a quota 358 (l'auto è meglio parcheggiarla al bivio sottostante).
Di qui si continua diritti verso nord sino ad affacciarsi alla Valle dell'oro, per poi piegare nettamente a sinistra e risalire l'impluvio La mulattiera sale, spesso abbastanza ripida, quasi costantemente nel bosco segnalata col numero io dalla Società Escursionisti Civatesi Si oltrepassa il bivio del sentiero 9, che ripidissimo si inerpica verso il Corno Birone e gradatamente si guadagna la spianata Ove è San Pietro in Monte.
A fianco degli antichi edifici continua la mulattiera che via via si trasforma in sentiero risalendo verso la testata della Valle dell'oro.
Con un ultimo strappo, ormai su terreno erboso, si raggiunge così il rifugio Marisa Consigliere, sulle pendici del Monte Cornizzolo.
Il rifugio, moderno e ben attrezzato, è accessibile con una Strada asfaltata che parte dalla zona del Lago del Segrino. La cima è poco sopra al rifigio.


Cenni bibliografici
Chi vuol saperne di più su San Pietro consulti A. Giussani, L'abbazia di San Pietro al Monte sopra Civate, Como 1912, e L'abbazia benedettina di Civate, di G.P. Bognetti e C. Marcora, Milano 1957.
Dal punto di vista geomorfologico assai utile il volumetto del CAI, Dal Lago del Segrino a Canzo, attraverso Cornizzolo Prasanto e Cornidi Canzo, di G. Nangeroni e E. Tagliabue, Bologna 1972.
Sul piano escursionistico valgono le considerazioni già fatte su Prealpi Lombarde e Valli occidentali del Lario e Triangolo Lariano.


Bibliografia
· SUI SENTIERI DELLA LOMBARDIA. Itinerari alla scoperta della cultura alpina
Eliana e Nemo Canetta /Diego Comensoli/ Paolo Turetti
Ed. CDA Torino

· RIVISTA DELLA MONTAGNA n. 263 dicembre 2002





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