CIMA DELLA LAURASCA m. 2195


Dislivello in salita e in discesa: m. 939
Tempi di percorrenza: in salita ore 3-3,30; in discesa ore 2,30 Difficoltà: E-EE
La Laurasca, o più correttamente Pizz d’la Brasca, come veniva chiamata dagli alpigiani vigezzini,è una delle montagne più conosciute e frequentate della Val Vigezzo. In posizione epicentrica alla testa delle tre valli Loana, Pogallo e Portaiola, offre uno sguardo a
360 ° dal lago alle alpi. La mole austera del Pedum è a un tiro di schioppo, mentre a est si staglia il Monte Rosa, e alla sua destra si individua la punta del Cervino. La gita è molto remunerativa sia dal punto di vista paesaggistico, sia da quello etnografico: la valle conserva infatti le tracce di una attività umana antichissima, cha va dall’estrazione della pietra ollare, alla flottazione del legname (attività testimoniata dalla presenza di resti di una antica serra a Fondi li Gabbi, per il trasporto fluviale del legname) e alle produzione della calce che si effettuava nelle numerose fornaci ancora oggi visibili.Arrivati a Malesco in Val Vigezzo, poco dopo la chiesa del paese sulla destra si stacca (cartelli indicatori per il parco) una discreta rotabile asfaltata che dopo circa 6 km raggiunge Fondo li Gabbi, in Val Loana a quota 1256 mt.
Qui si lascia l’automobile e si percorre indifferentemente il fondo del vallone sulla sinistra (gippabile chiusa al traffico) o sulla destra. Nel primo caso, dopo le caratteristiche tre casette ristrutturate delle Fornaci, si passa il torrente ricollegandosi al sentiero precedente. Poco dopo si giunge nei pressi delle fornaci a circa 1340m. Qui si possono ammirare i resti delle antiche fornaci che venivano utilizzate un tempo per la fabbricazione della calce. Cavità di forma circolare erano costruite in sasso a ridosso del pendio del terreno, nel muro a valle veniva costruita un’apertura denominata “bocca di carico” che serviva per introdurre la legna ed il carbone da ardere. Il calcare o marmo, ricavato nei pressi di Scaredi vicino al Laghetto del Marmo, veniva ridotto in piccoli pezzi e trasportato a dorso di mulo fin qui, dove veniva messo in queste fornaci a cuocere lentamente. Dalla bocca di carico si inserivano il legname ed il carbone di legna che venivano fatti ardere a temperatura costante alcuni giorni da persone che si alternavano alla sorveglianza. La calce bianca ottenuta veniva messa nei sacchi e a dorso di mulo portata a valle per essere utilizzata nella fabbricazione dei muri delle case o delle baite. Dopo le fornaci si prosegue sul fianco del vallone (sinistra orografica) nei boschi, poi un breve passaggio attrezzato e dei bei pezzi lastricati portano all'alpe di Cortenuovo, e in breve all'Alpe Scaredi dove il panorama si apre sul Monte Rosa. Si prosegue sulla sinistra puntando direttamente alla Laurasca che si trova di fronte. Ad un bivio si prende a sinistra (a destra si va alla Bocchetta di Campo) e subito dopo, dove il sentiero taglia decisamente il fianco della costiera di Cortechiuso, si abbandona il sentiero segnalato per proseguire diritti sulla stessa costola detritica (sentiero abbastanza evidente con ometti, ma non segnato) fino a raggiungere la cresta a pochi metri dalla vetta della Laurasca. Scesi dalla vetta, al bivio prima di Scaredi, si ha la possibiltà di abbandonare l’itinerario di salita e proseguire sulla destra in direzione dei laghetti del marmo a ca. 2000 mt.,
che derivano il loro nome dagli affioramenti di marmo bianco tra gli specchi d'acqua. Da qui raggiungiamo poi il colletto di Cortechiuso dove si scollina puntando agli omonimi casolari,
e si risale la costola rocciosa sulla sinistra per poi scendere al colletto a mt. 1815; si prosegue a mezzacosta sul fianco sinistro (Ovest) della Cima Fornaletti per traccia labile ma ben segnata nella fitta vegetazione fino al Passo La Forcola, per poi calarsi a sinistra alle baite delle Tre Fornaci e al Fondo Li Gabbi.
Tratto da: Valle Vigezzo – Escursionismo in Val d’Ossola –Crosa Lenz, Frangioni,