L'ISTRUTTORE di (ISA)
Pietro si siede sulla calda sabbia della sera e rimane a fissare l'oceano abbracciandosi le ginocchia. Immerge gli occhi in quelle grandi onde spumeggianti che si infrangono a pochi metri da lui. Le osserva allungarsi sino a perdere tutta la loro energia e ritornare velocemente all'oceano che pare reclamarle. Poco sopra il profilo mosso delle acque, l'enorme palla di fuoco del sole scende con lentezza. E' il tramonto. Pietro fissa il disco del sole per percepirne il movimento, per goderne il contrasto con la massa scura e tumultuosa dell'Oceano Atlantico.
L'oceano. Pietro ne è intimorito. Lo vede possente, enorme e pieno di mistero. Non è come i mari di casa, tranquilli, quasi addomesticati. La tra quelle acque c'è di tutto e può succedere di tutto. Percepisce il pulsare della vita che emana dall'oceano, il suo infinito mistero, la sua forza senza pari.
Qualche anno fa era stato in Sud America a vedere le Ande. Le aveva guardate da fuori senza salirci, eppure quel dedalo di picchi aspri, vertiginosi e pieni di ghiaccio, gli avevano ispirato gli stessi pensieri.
Pietro ritorna a fissare le onde e in fondo perché non accettare. Il pensiero gli si materializza spontaneamente nella testa, forse perché stava ricordando le Ande. E rivede Gianni mentre gli fa la proposta: due anni di collaborazione con la scuola della sezione, un corso esame di parecchi mesi con prove, lezioni, test, verifiche e poi, se tutto andrà per il meglio, la qualifica di Istruttore!
Ciò che affascina Pietro è trasformare la sua grande passione per la montagna e l'insegnamento in una specie di lavoro. Certo non è un lavoro professionale e remunerato, ma è legittimo e riconosciuto: per Pietro infondo, sempre qualcosa di appassionante da affrontare con impegno. Un lavoro volontario che quindi può essere ispirato e spinto solo dalla passione. A Pietro l'idea piace, anzi il fatto che non ci siano di mezzo i soldi gli fa percepire questa cosa come fosse un po' più pura.
Pietro si guarda i piedi lambiti da un onda un poco più lunga e sorride tra se: certo non si sente investito da chissà quale superiore entità, nella missione di divulgare il come andare per monti! E nemmeno pensa che chi lo fa in modo professionale, sia meno puro di lui. E' solo che Pietro è un po' filosofo, glielo dicono anche i suoi colleghi d'ufficio e quindi, gli fa piacere pensare che farà questa cosa per il solo e puro gusto di farla.
Continua a fissare le onde in lontananza: sembrano toccare il sole che già inizia a scendere sotto l'orizzonte.
Insegnare, ancora non riesce a credere che potrà farlo in modo ufficiale. E sorride ancora, mentre una specie di gabbiano passa a filo d'acqua. Insegnerà ciò che ha imparato in tutti questi anni e quello che imparerà, senza arroganza, senza credere d'essere chissà chi! Solo un semplice travaso d'esperienza da chi ne ha un po' di più, a chi ne ha poca o non ne ha affatto.
Sulla spiaggia Pietro è solo. A qualche centinaio di metri da lui un piccolo gruppetto di una strana specie di mucche staziona immobile. Ferme, statuarie quasi inebetite, paiono godersi il tiepido sole della sera e la nebbiolina di iodio che emana dalle onde. Il loro padrone chissà dov'è! Ma non è un problema, la pace e la calma dell'Africa qui sono ovunque. Quella calma dettata dal caldo opprimente e dai ritmi della natura; il padrone delle vacche sarà da qualche parte in una delle casupole immerse nel verde della costa, sicuro che le sue bestie sono esattamente dove le ha lasciate, e forse domani verrà a prenderle, o forse no.
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