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Parco Monte Antola
16° Raduno Senior Lombardia “ANNA CLOZZA” a Colico il 27-5-09
Gita al Monte Barone 4-06-0
Gita ai Monti Garzirola e Camoghè 11 giugno 2009
18 giugno dal passo di Monte Ceneri all’Alpe Foppa- Tamaro (CH)
25 Giugno 2009 Via Spluga: da Isola di Medesimo alla Gola del Cardinello
2 Luglio 2009 da Alagna Valsesia all’Alpe Testa Nera
16 Luglio 2009 Lo Spitzhorli dal passo del Sempione CH
Gita allo Zerbion
Gita All’acqua- Passo S.Giacomo-Passo del Corno- Nufenenpass
Giovedì, 30 luglio: traversata da Val Bedretto al Nufenenpass.
Gita al Pizzo Centrale dal Passo del Gottardo.
Gita al Rifugio Dondena da Chardonney.
Gita a Rassa Valsesia.
Cima della Laurasca dalla Val Loana.
Sentiero del Colle di Balisio (Valsassina).
Monte S. Giorgio da Meride CH.
Il Tracciolino - Val Codera - Valle dei Ratti
Capanna Meriggetto.
Bustecche-Valle del Lanza- Concagno

Parco Monte Antola    

Un bel gruppetto di soci ha aderito di scoprire una zona a noi non molto usuale grazie all'amico Franco. Arrivare a Torriglia sede del parco, nel cuore dell'Appennino Ligure per strade piuttosto strette, tra meandri di monti e borghi abbastanza isolati, ci ha fatto meditare sulla differenza di vita quotidiana nostra e la loro, il disagio che queste persone affrontano ogni giorno. Già alla partenza si è avuta la percezione di come l'uomo difende il territorio strappato alla montagna per vivere, anche quello per la vacanza !

Bellarmino

16° Raduno Senior Lombardia “ANNA CLOZZA” a Colico il 27-5-09     Torna su ^

Visto da Bellarmino

Per diversi Senior il raduno è stata una esperienza nuova nell’attività del gruppo, trovarsi tra circa più di millecento persone che come formichine hanno esplorato la piana di Colico. Ben organizzata l’accoglienza, con un rinfresco/colazione, e le partenze dei vari gruppi. Certamente l’andare a Piona ,sia con il battello che a piedi, e la visita all’Abbazia è stato il richiamo maggiore per i nostri 55 partecipanti. Non meno importanti sono stati i forti di Lusardi e Fuentes ,sentinelle militari strategicamente importanti in epoche diverse, Lusardi con quattro enormi cannoni difendeva eventuali invasioni dalla Valchiavenna e Valtellina, dalla sua sommità ha dato la possibilità di uno stupendo e largo panorama da Nord a Sud dove tutti hanno sparato! molte meritate foto.La guida non si è risparmiata nelle informazioni esaudendo ogni domanda posta, facendoci visitare gli alloggiamenti dei militari, la meccanica per il funzionamento dei cannoni, e aspetti di vita all’interno del forte . Del XII secolo è il forte di Fuentes di cui ora rimangono dei ruderi, che ora associazioni ne promuovono una rivalutazione storica e turistica. L’attraversamento di una parte dell’Oasi naturalistica del Pian di Spagna è stato inserimento dell’ambiente naturale nella manifestazione. Questa manifestazione si è svolta sotto un’enorme tensostruttura, ha visto l’intervento di diverse autorità tra cui il presidente Nazionale del CAI Annibale Salsa e quello regionale Dino Marcandalli e di una Santa Messa. Il pranzo sia al ristorante, sia al sacco hanno dato buona possibilità di aggregazione anche attraverso i cori spontanei che si sono creati, non certo spontaneo il coro della sez. di Colico che per l’occasione ha creato un canto molto orecchiabile “ Argento vivo” con tanto di testo e spartito ha animato la giornata. A ringraziamento della partecipazione ognuno è stato omaggiato con dei interessanti gadget.


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Visto da Marina P.

E' stata la prima volta che partecipo ad un raduno del Gruppo Senior. Il nostro gruppo vi ha partecipato con 55 soci al raduno svoltosi a Colico; un po' sorpresa per l'efficienza organizzativa. Appena giunti in questa località siamo stati accolti nella tenso-struttura approntata dal CAI di Colico in riva al lago e rifocillati con una buona colazione e con l'offerta delle mele della Valtellina latte e quant'altro. Siamo poi stati indirizzati verso i 3 possibili percorsi che avevano come destinazione rispettivamente l'abbazia di Piona, il forte Fuentes e il forte Lusardi.La maggioranza dei soci ha scelto il primo percorso che,partendo da Colico e seguendo i sentieri 8 e 7 portava alla bella Abbazia di Piona; il cammino era un piacevole saliscendi a mezza costa con vista sul lago caratterizzata da magnifici scorci,esaltati da un cielo di un azzurro più terso che mai. Giunti a Piona abbiamo potuto visitare l'Abbazia e il Chiostro ,accompagnati da brava guida molto preparata. In riva al lago partivano poi le motonavi che ci hanno riportati a Colico; durante il tragitto ci sono stati gli immancabili canti di montagna. Abbiamo poi preso parte alla Messa e alla cerimonia ufficiale che è stata caratterizzata da numerosi interventi tra cui quelli dei presidenti, quello generale del CAI, il presidente Regionale, del Cai di Colico e del segretario Cai dell'Aquila, cui e' stato consegnato il ricavato della raccolta di fondi destinati a contribuire al restauro della loro sede. Entrambi molto commossi hanno ringraziato e ci hanno invitato a organizzare il raduno tra 3 anni nella loro città. Il pranzo al sacco in riva al lago, o nei ristoranti proposti dall'organizzazione ha dato l'opportunità di socializzare con altri soci, hanno concluso piacevolmente la giornata alcuni cori con canti vari di montagna e non. E' stato un modo nuovo di vivere una giornata Senior.

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Gita al Monte Barone 4-06-09     Torna su ^

Sapevo che era una bella gita, ma non così tanto bella! Ancora una volta ho potuto provare la gioia che mi dà il camminare in un ambiente montano così selvaggio e, in una valle la Sessera, così ampia. La giornata di sole bellissima mi ha fatto provare quelle emozioni tipiche di una grande montagna. Il colore dei fiori e il cielo blu mi hanno riempito gli occhi, il venticello dolce sulla pelle mi ha fatto sentire il calore dell'estate che sta per arrivare, il sentiero, di quelli belli tosti in salita, mi ha fatto sentire la forza delle mie gambe, il silenzio mi ha fatto riposare le orecchie ed ascoltare solo il battito del mio cuore. La compagnia dei miei amici Senior mi ha fatto apprezzare ancora una volta il piacere dello stare insieme. Mi sono sentita viva e felice di una felicità vera e profonda quella che provo solo quando vado in montagna, quella che mi rigenera e mi permette di affrontare con il cuore contento le difficoltà della vita

Luisa Buccheri

Gita ai Monti Garzirola e Camoghè 11 giugno 2009     Torna su ^

La proposta di Annibale è stata allettante,vi hanno aderito circa quaranta partecipanti partiti in auto, anche se non è una novità ha sempre una certa attrazione, un po’ meno (quando eravamo sul posto) l’idea di salire al M. Camoghè.
Come tutte le gite si parte di buon passo ma,dopo qualche tempo il Gruppo si sgrana, chi non vuole fare una corsa, chi si sofferma ad osservare l’ambiente, chi scatta foto alla flora ,sono tanti modi per frequentare la montagna .
Il rito del pranzo (si! non è un semplice spuntino)e’ un momento di socializzazione: c’è una grande varietà di piccole proposte che ognuno ha con se’, è il momento atteso. Ci sono salumi di…., vino d’annata o proveniente da…., le torte di….., infine molto spirito, non solo di gruppo! La bella sosta è stata goduta per il sole e il panorama anche con qualche canto che Io,Renato,Gabriele e altri che ci seguono intoniamo, animando il gruppo. E’ stata per alcuni una novità l’esposizione della bandiera dei gruppi Senior donata al gruppo in occasione del Raduno di Colico,e accolta con un montagna di foto. Con bandiera al vento siamo scesi al Passo San Lucio, una bella sosta per radunarci e foto di Gruppo “ con bandiera!”. Giù alle auto, un grazie ad Annibale per la proposta.

Bellarmino


AlPassoSanLucio   LaPrimaFotoConBandiera
San Lucio
La prima foto con bandiera

18 giugno dal passo di Monte Ceneri all’Alpe Foppa- Tamaro (CH)     Torna su ^

Il nostro amico Rino ci teneva a portarci alla Capanna Scarada partendo dal Lago di Luzzone in Svizzera, non perdeva occasione per decantarne la bellezza.L’inverno non ne ha reso possibile ( per sicurezza) la salita. Un po’ amareggiato non si è perso d’animo! Ha tirato fuori una gita piuttosto vicina in zona Monte Tamaro che offriva un po’ di tutto, L’alpe Foppa.
La giornata si è presentata già subito serena lasciando ben sperare che tutto sarebbe andato per il meglio. La decina di macchine arrivate al parcheggio hanno subito svegliato il tranquillo ambiente del Passo e anche il personale del vicino Hotel, ma noi avevamo prenotato molto più in su dopo circa 1000 metri ! i primi momenti sono sempre più o meno uguali, il bosco, la salita, il brusio di voci che si spegne man mano che il dislivello si fa sentire. Sul sentiero non abbiamo incontrato nessuno ma certamente avremmo fatto una bella impressione, un gruppo compatto capitanato dalla aitante presenza di Rino con tutti gli attributi da Capogita e con la presenza di un bianco ombrello con la funzione di parasole (nessuna signorina stile 800) migliore della crema da sole, parola di medico! La fresca acqua dell’Alpe Foppa, l’aria e il panorama circostante ha rianimato subito il gruppo pronto per gli ultimi metri per arrivare al luogo del pranzo. La Corte di Sopra offre un po’ di tutto, una gran animazione di gente, arrivata con la funivia da Rivera, il Ristorante, impianti vari di divertimento e a livello culturale la moderna chiesa opera dell’architetto Botta e alcune opere d’arte sparse intorno che spiccavano quasi in uno stridente contrasto con l’ambiente. Vista l’assenza totale di piante l’unico posto per mangiare era l’ombra della chiesa, che ci permetteva di avere anche una splendida visione delle montagne circostanti, un compromesso tra la gioia del corpo e dello spirito, come al solito anche quello d’annata! Questa chiesa di Mario Botta è dedicata a S.Maria degli Angeli con pitture di Enzo Cucchi, costruita nel 1993; la visita ha dato spunto a diverse interpretazioni dell’arte religiosa, questo architetto non è nuovo a progettare edifici religiosi nel Canton Ticino coinvolgendo il visitatore in una icerca del connubio tra arte e fede. E’ ricomparsa la bandiera del Gruppo Senior che ci ha radunati (per dire) per il ritorno lungo la strada sterrata lasciandoci sopra la testa le cabine della funivia, felici di aver fatto i nostri quattro passi.

Bellarmino


IlCapogita   Arte
Il capogita
L’arte

laChiesa   IlRientro
La chiesa
Il rientro

25 Giugno 2009 Via Spluga: da Isola di Medesimo alla Gola del Cardinello     Torna su ^

La prima metà della stagione 2009 ha già visto finora la presenza di oltre 750 presenze alle varie gite, anche questa gita ha superato le 50 presenze ! con la partecipazione di Leonardo un “Senior” di 8 anni! grazie a nonna Maria che si impegna a trasmettere la sua passione per la montagna. Vista l’ora di partenza la strada non era trafficata ma scorrevole verso Madesimo, concedendoci una sosta intermedia (anche al ritorno) al bar e a caccia di mele della Valtellina. La descrizione del percorso con origini storiche “La Via Spluga” e’ stata fatta sul Notiziario Sezionale, lasciando correre il pensiero che quel nostro camminare sportivo su quel sentiero strappato alla montagna, è stato meta di superamento delle barriere naturali tra i popoli, di diverse culture,di scambi commerciali, e di sopravivenza per la gente del posto. La massiccia presenza della diga testimonia che in altri modi ancora oggi la montagna dà la possibilità di migliorare la qualità della vita mantenendone un doveroso rispetto.

Bellarmino


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La gita vista da Leonardo, che anche Lui ha aderito all’invito di raccontare le proprie impressioni su queste pagine.

Era la prima volta che andavo in una vera montagna, mi ha portato nonna Mari insieme ai suoi amici del CAI, e ho visto e fatto molte cose nuove. Sono partito da un paesino cominciando a salire in un sentiero stretto dove tutte le persone camminavano il fila indiana come un lungo biscione, ’erano i sassolini, ho attraversato un pascolo con tante mucche che mangiavano l’erba e anch’io mi sono fermato e ho mangiato del pane e bevuto acqua. Mi sono divertito a passare un ponte fatto di tronchi e ho dovuto stare attento per non cadere c’era solo un parapetto, poi il sentiero si è fatto più ripido, camminavo vicino ad un burrone tanto profondo che non si vedeva il fondo e sopra la testa delle rocce diritte,ogni tanto c’erano dei gradini scolpiti direttamente nella roccia tanti anni fa e arrotondati dal passaggio di tanta gente, dai muli che trasportavano merci, e anche dalla pioggia. Sono passato in un punto dove le rocce facevano come una grotta, e dove c’erano delle catene per attaccarsi per non scivolare nel burrone, anche su una passerella, perché il sentiero era franato e non avevo paura, perché c’era tanta gente che mi avrebbe aiutato. Vicino a due piccole casette, molto piccole fatte solo di pietre c’erano tante caprette che mangiavano l’erba, tane di marmotte sul prato e anche la fortuna di vedere due marmotte che ogni tanto uscivano dalla tana a riposarsi. Per la prima volta ho visto una diga, che diventava sempre più grande quando mi avvicinavo, ci sono passato sopra, ammirando il lago e la valle profonda sotto. Quando ci siamo fermati a mangiare io e la nonna eravamo più alti di tutti vicino a delle rocce, così ho giocato provando ad arrampicare ma poco perché sembrava che piovesse e tutti si sono messi a camminare verso il paesino. Il sentiero non era più ripido e ho camminato sulla neve, vedendo anche tanti ruscelli che si sono formati a causa dello scioglimento dei ghiacciai che finivano sul lago. Sulla montagna c’erano tantissimi fiori che si chiamavano Rododendri, siccome avevamo finito il rullino delle foto abbiamo chiesto ad un signore di essere fotografato in mezzo a quella bella fioritura che in montagna che non avrei creduto di vedere, ha detto che me la meritavo perché amavo la natura. Ho dovuto mettere la mantella per ripararmi dalla pioggia nell’andare verso il villaggio dove mi sono fermato per comprare dei splendidi oggetti a ricordo di questa splendida gita. Mi sono divertito e tutto era una novità e tutto fantastico anche dopo la spiegazione della nonna che avevo camminato sul sentiero dove tanto tempo fa erano passati soldati, principi, dame, mercanti, carovane di muli carichi di merci. Sono arrivato a casa stanchissimo ma felice.

Leonardo

2 Luglio 2009 da Alagna Valsesia all’Alpe Testa Nera     Torna su ^

Questa gita era programmata inizialmente al rif. Barba Ferrero (ma le valanghe abbattutesi sul percorso hanno rovinato il sentiero e ostruito il passaggio con alberi sradicati), su proposta di alcuni soci Cai di Borgomanero amici di Franco, che da anni collaborano con noi attraverso proposte di gite. Tutto ciò ci fatto dirottare su un’altra meta, l’Alpe Testa Nera. Arrivati ad Alagna, questi amici Piemontesi, guidati da Angelo Garrone, ci hanno aspettato e accompagnato durante la gita.
Partiti con un passo piuttosto sostenuto, dopo poco più di due ore abbiamo raggiunto la nostra meta, l’Alpe Testa Nera a 2260 m., da dove si poteva ammirare un panorama eccezionale, anche se le nuvole impedivano di vedere la vetta del Monte Rosa, peccato! Le foto che erano state scattate in precedenza proponevano una vista impagabile, peccato! Sarà buon motivo per ritornare.
Il sole e il vento leggero rendevano piacevole la sosta, durante la quale non mancavano simpatici sfottò all’indirizzo dell’assente presidente, al quale qualcuno mandava degli SMS. In particolare era molto sentita la mancanza del ‘predicozzo’ settimanale.
Le nuvole nere e minacciose (forse mandate dal presidente) ci inducevano ad anticipare il rientro. Infatti già dopo i primi passi in discesa iniziavano a cadere le prime gocce di pioggia, che di lì a poco si trasformavano in pioggia fitta.
La pioggia divenuta ormai scrosciante, anche se la temperatura mite alleviava un po’ il fastidio, non ci ha fatto perdere il buon umore di gitanti, arrivando al pullman ben umidi.
Salutato e ringraziato gli amici piemontesi durante una breve sosta a Scopello presso il bar ‘il Cervo’, (con contorno di salaci battute allusive), il bus ci ha portato a Varese con anticipo di un’ora rispetto al programma, e con qualche mugugno di chi avrebbe preferito arrivare più tardi, perché chi ama la montagna se la vuole godere tutto il giorno.

Valanghe

I danni provocati dalle valanghe verso il Barba Ferreo

AlpeTestaNera01   AlpeTestaNera02

Quello che si poteva vedere dall’Alpe Testa Nera

16 Luglio 2009 Lo Spitzhorli dal passo del Sempione CH     Torna su ^

Pienone! Gita con 55 partecipanti in pullman, nel mezzo di due giorni di brutto tempo i nostri attenti soci ne hanno approfittato, anche alcuni non abituali frequentatori delle nostre gite, il che fa molto piacere..
Anche questa volta Franco, Angelo e compagni di Borgomanero hanno fatto centro con questa gita iniziata dallo spazioso Passo del Sempione tutto verde e coronato dalla vicina neve, e dal ghiacciaio del monte Leone. L’Aquila monumento sembrava che ci controllasse passando sotto i suoi artigli, anche alcuni turisti osservavano incuriositi questo gruppo compatto partito alla grande e tutti in fila (è sempre così alla partenza). Dopo esserci alzati di qualche centinaio di metri, girando le spalle già appariva un bel panorama del Passo, l’Ospizio, le piccole case e un bel laghetto e tanto sole, tanti e tanti fiori che riempivano i prati con la presenza di speci non tanto comuni visto che i più esperti scattavano foto in quantità. Il dislivello non era tanto ,750 mt. ma forse la quota 2000 ha fatto la differenza per qualcuno riguardo alla fatica; ma tutti sono arrivati alla cima, che spettacolol’ Oberland Bernese con il ghiacciaio dell’Aletsch e la piramide del monte Bietschorn, e non mancava anche un laghetto a forma di cuore. La via del ritorno è stata un po’ più lunga ma abbiamo ammirato sempre nuovi panorami che ripagano della fatica, non è mancato “l’ultimo miglio” in salita e in parte asfaltato, ma questa parte è stata subito dimenticata grazie ad una provvidenziale fontana di acqua fredda in cui dissetarsi e dove alcuni di noi hanno fatto il pediluvio temprando i piedi per una prossima gita.Non sono mancati gli scherzi d’acqua fatti da “noi sempre giovani”.

Bellarmino


Sempione01   Sempione02

Sempione03   Sempione04


Gita allo Zerbion     Torna su ^

Questa gita non è una novità per chi va in montagna, la particolarità sta che è la prima uscita da capogita di Mario da qualche anno inserito nel Gruppo Senior. Meta nella Valle d’Ayas il Monte Zerbion mt. 2772 partendo da Antagnod, o meglio dalla località di Barmasc dove ha potuto far salire l’autobus facendo risparmiare ai più tranquilli circa 130 metri di salita. Questi 950 metri di salita li abbiamo affrontati bene come al solito però guardando sempre in su in direzione della cima dove era abbastanza coperto di nuvole in movimento che ci lasciavano un po’ perplessi, ma il meteo non dava pioggia, e cosi è stato. Una Via Crucis lungo il sentiero (di un autore del luogo), ci ha accompagnati nel nostro cammino, e al Colle della Portola siamo stati accolti dal vento e nuvole, preludio di ciò che avremmo trovato in vetta limitando il panorama delle cime circostanti come si era visto durante l’esplorazione del sentiero.

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Zerbio02

Una seconda Via Crucis dedicata alla Madonna fino alla vetta ci ha fatto capire il percorso devozionale (con tanto di grotta e testimonianze di fede) di questo sentiero che arrivava anche dalla Valturnenche unendo le due valli in pellegrinaggi fino ali piedi dell’enorme statua della Vergine posta alla cima. In prossimità della cima già il vento era forte, e questo ci ha permesso di rimanere quanto bastava per scattare delle foto di gruppo perché il Monte Rosa e Cervino erano coperti ,cosi tutta la corona dei monti Valdostani, comunque tutti felici per aver raggiunto la vetta e lasciandola con un pizzico di amaro per il mancato panorama a 360°. Il classico pasto Senior è stato consumato in uno spazio non ventoso appena sotto la cima era un peccato scendere di più, troppo bello. Al ritorno si è fatta una piccola deviazione presso una scultura moderna di un Cristo in Croce, per ammirare e fotografare nel prato ai suoi piedi, le numerose Stelle Alpine che ha reso tutti soddisfatti di questa flora lasciata integra. Giù al pullman il caldo si faceva sentire, e nulla di più provvidenziale di una fresca fontana per la gioia dei piedi! mentre per la gioia dello stomaco non sono mancate le torte e altro!! . Non è mancato il tocco culturale nel visitare presso la chiesa parrocchiale di Antagnod , un particolare altare ligneo ,si tratta di un'opera di grande pregio e magnificenza, interamente dorato e riccamente intagliato, consacrato nel 1716 e costruito dai valsesiani Gilardi e Minaldi dal 1700 al 1713. Ad allietare il ritorno oltre i meravigliosi panorami, da tempo ci pensa Gabriele ad intrattenere il gruppo con i suoi semiseri interventi dove con particolare abilità si destreggia tra teorie e doppi sensi degni di un cabarettista di successo(Lui è più bravo!), facendo scorrere il tempo in allegria rendendo meno monotono il ritorno della stanchezza ci fa sentire.

Bellarmino


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Gita All’acqua- Passo S.Giacomo-Passo del Corno- Nufenenpass     Torna su ^

Questa volta il nome del punto di partenza non era già un programma, come l’anno precedente che non si è potuta fare per pioggia! Emilio e Alessandro collaudati Senior ci hanno riproposto questa escursione nella Val Bedretto segnata dal corso iniziale del fiume Ticino, individuato il sentiero verso i passo S.Giacomo i 55 partecipanti si sono infilati nel bosco piuttosto ripido, e dopo alcuni alpeggi si è arrivati alla cappella S. Giacomo a 2254 mt. nelle vicinanze dell’omonimo passo. Aria frizzante, veduta magnifica, foto al paesaggio circostante e spuntino hanno caratterizzato questa sosta, riprendendo poi il sentiero quasi in piano, verso la Capanna Corno e il passo Gries attraversando alcune lingue di neve (residuo delle abbondanti nevicate). In vista di questa capanna notavamo qualcosa di strano in essa, la parte superiore con il tetto sembrava posata al contrario invece era frutto di moderna architettura! Anche se qualche nuvola era piuttosto scura ,la maggioranza ha preferito mangiare all’aperto con il contorno di un buon panorama. Anche se un po’ in salita siamo ripartiti verso il Passo del Corno 2485 mt. per poi scendere verso il passo Gries (che collega con la Val Formazza ), e sotto il medesimo ghiacciaio la diga del Griessee soggetti per molte foto, sovrastando il bacino d’acqua ci siamo incamminati verso il pullman che ci attendeva 200 mt. più in basso della meta con la felicità di chi ama tornare presto senza altre soste. Ma l’esigenza di consumare una merenda a base di diverse torte e bottiglie di vino si è resa necessaria la sosta al Passo Nufenen la meta 2478 mt.! inutile dire che i malumori precedenti di sono assopiti !

Bellarmino


Giovedì, 30 luglio: traversata da Val Bedretto al Nufenenpass.     Torna su ^

L’orario di partenza è puntualmente rispettato: ore 6.30.Chi sale a piazzale Foresio è un pò assonnato, i saluti sono un pò in sordina, saranno molto più vivaci alla 2° fermata a Belforte.Lì i seniores già sul pullman si sono svegliati e i saluti sono calorosi e festanti: “ah,ci sei anche tu,bravo,bravo”. Sembriamo bambini felici in gita scolastica!L’accompagnatore Emilio è un uomo tranquillo ed equilibrato dal passo giusto e cadenzato (rima): siamo in tanti ben 55 ,sul pullman si chiacchiera di gite fatte e da fare,delle vacanze e senza accorgercene arriviamo in località “All’acqua”; ma il tempo sembra prometter bene,infiliamo velocemente gli scarponi e subito si parte.Costeggiamo il Ticino, con ripida salita arriviamo all’alpe Val d’Olgia e poi ai pascoli che circondano la chiesetta di S.Giacomo; qui il bravo Emilio ci concede la prima sosta: qualcuno si siede sul prato, altri visitano la chiesetta, e chi distribuisce zuccheri e carboidrati!!!

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Val Bedretto
Sosta ai pascoli della cappella S. Giacomo

Sulla destra della traversata ammiriamo la catena cui appartiene il pizzo Rotondo e poi proseguiamo per il sentiero che corre a mezza costa; incontriamo un bel nevaio che attraversiamo senza problemi, quanta neve c’e’ ancor nel mese di luglio!..

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Arriviamo finalmente alla capanna Corno! E’ stata recentemente ricostruita e tutti la osservano incuriositi; alcuni rimpiangono la vecchia capanna ,semplice e rustica ,altri ne apprezzano le linee moderne e ardite. All’interno le vetrate permettono una bella vista a 360°, l’arredo è di moderno design, fa un bel caldino rispetto all’esterno dove nel frattempo sono comparse vento e nuvole! Chi vincerà? Il sole naturalmente che tornerà per accompagnarci nella. discesa

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Passo del Corno 2485 mt.
Lago del Gries ed il BlinneHorm

Facciamo una sosta sui prati di fronte al magico colore di questo laghetto; le acque di un verde blu unico ci fanno sognare il mare della Sardegna!Pensiamo a tanta bellezza guardando verso il BlinneHorn e il suo ghiacciaio!Vorremmo fermarci lì, contemplare a lungo, far nostre queste immagini e godercele nella nostra memoria ma il pullman e i suoi orari ci attendono,riprendiamo il cammino,i nostri sguardi vagano sognanti tra il lago e il monte.Arriviamo alla diga e alla strada praticabile solo dagli addetti ai lavori.Quanta neve! Ci vuole una foto divertente per rilassarci dopo la lunga traversata!!!Siamo tutti contenti, grazie Emilio!Alla prossima!

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Gita al Pizzo Centrale dal Passo del Gottardo.     Torna su ^

Giovedì 6 agosto il nostro gruppo ha conquistato un’ambita e ardita cima: pizzo Centrale, quota 2999m. La giornata splendida ha aggiunto alla soddisfazione della conquista della cima, la possibilità di gustare una splendida vista a 360° con il ghiacciaio del Basodino e il gruppo del Blinnehorn. Dopo la partenza dal passo del Gottardo, abbiamo percorso la stradina che costeggia il lago Sella per poi deviare a sinistra e risalire i verdi pascoli che portano poi, con alti gradoni naturali al balcone del Sasso di Paisgion.Abbiamo poi proseguito, attraversando alcuni nevai, per arrivare alla sella di Guspissattel; qui alcuni si sono prudentemente fermati ad ammirare il paesaggio e ad assistere alla salita del gruppone che ha proseguito lungo uno stretto sentiero roccioso che portava direttamente alla cima. Qui si sono stabiliti ordinati turni per la foto di rito in cima, documento indispensabile per dimostrare al nostro presidente (assente giustificato) che eravamo stati bravi!

Gottardo01   Gottardo02
sosta
L’arrivo in vetta

Gottardo03   Gottardo04
L’appetito vien camminando…
L’Eiger

Gita al Rifugio Dondena da Chardonney.     Torna su ^

Si ritorna nella Vallée d’Aoste, a Chardonney Valle di Champorcher in un po’ meno del solito, in 32, forse perché è Agosto e tira aria di mare. Quassù tirava aria fresca nel bosco e anche negli alpeggi di Dondena, arrivati per un sentiero denominato “scaletta” e a tratti strada reale di caccia dei Savoia che porta fino al lago Miserin e sentiero a Lillaz. Qui l’ambiente non è proprio isolato, gli alpeggi di Creton, Champlong e Dondena sono raggiungibili in auto con strada sterrata lunga e tortuosa. Un gruppetto di quelli in “gamba” dopo essere arrivati al rifugio sono subito ripartiti per arrivare al lago Miserin, ma causa della segnaletica carente si sono dirottati in altra direzione perdendo così del tempo non sufficiente per raggiungere lo scopo. Di tutta tranquillità per chi è rimasto al rifugio a mangiare e a prendere il sole fino al “si parte” seguendo un altro itinerario, quello della strada reale, comoda carrareccia che scende a Chardonney in modo rapido, dando la possibilità di acquisti e altro, paese che è una delle porte di accesso al Parco del Monte Avic.

Bellarmino


Dondena01   Dondena02
Dondena03   Dondena04

Gita a Rassa Valsesia.     Torna su ^

Gli audaci sono stati premiati ! spinti dal motto di Paolo “P…M…P…” Le incertezze del mattino sono state fugate all’arrivo a Rassa, cielo azzurro con residui del passaggio della perturbazione e un sole che cominciava illuminare qualche casa, evidenziando la tipicità delle abitazioni. Questo caratteristico angolo della Valsesi apparentemente addormentato è stato animato dalla nostra presenza tanto che il piccolo “Caffé dei Tremendi” risultava affollato dalle nostre tredici presenze. La nostra guida Annibale e il nostro Angelo (custode! perché anche dottore!) tra attuali descrizioni dell’ambiente e lettura di un dettagliato documento riguardante la storia e vicende di Fra Dolcino , personaggio storico frequentatore di queste valli e diversi pannelli esplicativi ci siamo incamminati verso l’Alpe Toso a 1649 Mt. la meta. L’ambiente da subito è apparso selvaggio e quasi incontaminato, tratti di mulattiera ,sentiero, bosco di faggio e alpeggi si sono alternati nel cammino fino all’apertura della valle ed al gruppo delle baite, meta di arrivo, dove il cielo ha dato il meglio, con temperatura mite e assenza di vento. Anche se in pochi la varietà del pasto “Senior” non è mancata , non è mancata l’allegria che ci caratterizza, con la simpatia della “quota rosa” di questo gruppetto Edy – Rosanna – Giovanna e il contorno dei monti di cui faceva capolino una delle cime del Rosa. Obiettivo per il ritorno è stata la visita alle antiche carbonaie e fornaci per produrre la calce che fa parte di una serie di un’iniziativa di visite Valsesiane, alla riscoperta degli antichi mestieri, nuclei abitativi, usi e costumi di questa valle e una serie di gole intagliate dall’acqua rendendo ancora più selvaggio l’ambiente che ancora oggi a metà Settembre è caratterizzato da depositi di neve , testimonianza delle valanghe cadute questo inverno. L’ampia documentazione unita all’esperienza di Annibale ha fatto si che oltre ai pannelli esplicativi, ci ha permesso di cogliere informazioni sulla produzione, e data l’ubicazione dei siti, la fatica che incontravano questi abitanti per la sopravivere in questa zona da considerare isolata mantenendo intatta la sua caratteristica, tutto questo ha fatto si che ora sia stata “riscoperta” dal turismo come un piccolo museo a cielo aperto ripagando ora gli abitanti dell’isolamento patito.

Bellarmino


Valsesia01   Valsesia02

Valsesia03   Valsesia04

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Cima della Laurasca dalla Val Loana.     Torna su ^

Meno male che non c’erano i”fungiat !” perché alla cima non sarebbero arrivati vedendo sulla strada parcheggiate tante macchine si sarebbero fermati in questo loro paradiso, la strada che da Malesco si inoltra nella Val Loana veramente bella, ricca di vegetazione . Al parcheggio ad attenderci come sempre (dove Franco ci accompagna )c’era il gruppetto di Borgomanero, Angelo ed amici che già osservavano la piramide della Laurasca in un ambiente non proprio sereno , ma tranquillizzati dalle previsioni meteo che non avrebbe piovuto, che così poi è stato. Non tutti hanno potuto tenere il passo dei primi senza capogita davanti ! tanto che qualcuno in difficoltà quando è arrivato all’alpe di Scaredi ha trovato solo chi lo aveva scelto come suo punto d’arrivo e gli altri già partiti verso la cima. Io e Marco dopo aver lasciato al bivacco chi era in difficoltà abbiamo cercato di recuperare il divario, ma una deviazione poco evidente ci ha fatto perder ulteriore tempo , ritrovato il sentiero via verso la cima e data la forte ripidità non è mancato il fiatone ! In cima la visibilità non era delle migliori, così i primi sono ripartiti in sordina anticipando l’ora stabilita ( mentre noi due stavamo finendo di mangiare) dandoci (tra la mia felicità ) la possibilità di vedere l’armata Brancaleone !!!! scendere al Bivacco di Scaredi dove ha ricominciato vedersi il sole e fare merenda con chi era rimasto ad aspettare, rispettando il copione abbiamo ripreso il sentiero del mattino lasciando dietro di noi i 2195 mt. della cima e 940 di dislivello.

Bellarmino


Sentiero del Colle di Balisio (Valsassina).     Torna su ^

Percorrere la strada Como- Lecco è sempre una scommessa non trovare traffico ed è ciò che penalizza la programmazione di gite in questa zona, ma l’esperto Giulio sa aggirare il problema con una serie di strade secondarie. La gita già alla partenza è stata modificata per evitare un lungo rientro su strada cementata,già appariva come una passeggiatina. I soliti boschi, alpeggi, baite e la meta il rifugio Piallerai a 1390 mt. arrivando largamente in anticipo sul canonico mezzogiorno, tanto che appare l’idea di far fare della polenta , aggiudicata! Nell’ingannare l’attesa magicamente sono apparse un paio di bottiglie di Prosecco tra la meraviglia di tutti. L’idea della polenta è stata scartata da pochi! Mentre per gli altri? Polenta con….. questo o quello, il tutto ben bagnato! Questa scelta estemporanea all’ombra della Grigna ha messo un brio a tutto il gruppo sembrava il copione della “ Canzone di Maslana” allegria, panorami, vallate, polenta, e canti ! e il gran finale con la canzone in cui tutti fanno “i Pistoni”! sotto la mia direzione! Meglio non descrivere ciò che si è visto. Ma è stata anche la giornata dei “fungiat”! visto che il ritorno era corto! Adriano- Filippo in testa e gli altri dietro a gara, mentre gli altri si sono consolati con le “Mazze di Tamburo” disseminate in grande quantità nei prati trovati lungo il ritorno. Ma anche al pullman non è mancata la torta con tanto di auguri ad Alessandro B. offerta per l’occasione del suo compleanno. A rendere meno monotono il ritorno ci pensa sempre Gabriele con i suoi monologhi! recitati a braccio senza un copione, degno allievo di Benigni.

Bellarmino


Valsassina01   Valsassina02
...senza parole...

Valsassina03   Valsassina04
...l’allegria vien dai zoveni...
colori d’autunno

Monte S. Giorgio da Meride CH.     Torna su ^

Purtroppo le previsioni davano un tempo con alta probabilità di pioggia e andare fino a Claro (CH) per poi non effettuare la gita si è convenuto di annullarla. La cosa non ha fatto ne piacere ne perdere di animo coloro che amano camminare con zaino attrezzato con materiale antiacqua e un tam-tam all’ultimo momento “chi c’e , c’e! “ si è optato sempre in Svizzera, per il vicino Monte S. Giorgio incontrandoci a Meride punto di partenza. La pesante foschia e l’umidità del bosco ci ha accompagnato fino quasi sopra dove nel frattempo è filtrato solo qualche raggio di sole . Per alcuni questo posto quasi di casa è stata una novità apprezzando il panorama sul Ceresio e l’ambiente che si coglie in vetta, dal ricovero e il suo custode gentile e disponibile , la cappella dedicata a S.Giorgio con i suoi dipinti, e la stanza con il camino, e poi ancora le panche!!. Panche da dove un quartetto facendo finta di ammirare il nebbioso panorama è partito in una collettiva pennichella , a conclusione di un bel momento di condivisione attorno al camino. Ho trovato bello che in 18 abbiamo osato sfidare il tempo e siamo stati ripagati di questo azzardo con una rilassante giornata proposta (come tante altre ) dal nostro Valter .


Meride01   Meride02

Il Tracciolino - Val Codera - Valle dei Ratti     Torna su ^

La partenza di questa gita è da Mezzola , al vertice del Lario per la seconda parte del sentiero denominato Tracciolino percorso lo scorso anno,con prima tappa a Codera nell’omonima valle, un villaggio da raggiungere solo a piedi in un ambiente incontaminato,noto per vicende storiche di un recente passato. Impagabili scorci sul lago e il fiume Mera salendo rapidamente il fianco della valle ,e quando il cammino si fa più dolce il sentiero prosegue protetto da una copertura di cemento incastonata sulla roccia fino alle prime case, unico accesso! La visita ad un particolare museo Etnografico ha messo in risalto attraverso gli strumenti, la vita di questa gente di montagna. Alla ripresa del cammino ci si immette nel vero e proprio Tracciolino, un sentiero tutto in piano che seguendo il profilo della montagna unisce la Val Codera alla Valle dei Ratti, costruito nel 1930 ad uso dei vicini impianti idroelettrici. L’ambiente ha un suo fascino, è selvaggio e silenzioso rotto soltanto da qualche verso animale e le nostre voci. Dall’alto si comincia vedere e scendere verso il grazioso borgo di S.Giorgio che merita anche seppure breve una sosta, luogo dove la tradizione vuole che si stato sepolto S. Giorgio in uno dei massi avelli presenti in zona. Come la salita , anche la discesa si presenta ripida a stretti tornanti riducendo in fretta i dislivello di arrivo, dove non sono mancate (gentilmente offerte) alcune torte per merenda , l’ideale per affrontare il lungo ritorno Lecco-Varese.

Bellarmino


Codera   Tracciolino
Codera
Il Tracciolino

AltoLario   SGiorgio
Alto Lario
S.Giorgio

Capanna Meriggetto     Torna su ^

E’ ormai consuetudine annuale di fare una escursione alla Capanna Meriggetto a 1498 mt., gestita dagli amici del Cai di Germignaga , situata vicino alla linea di confine e di cresta Lema – Tamaro, sotto il monte Pola . Le condizioni meteo di quest’anno ci hanno permesso di effettuarla, così i nuovi soci hanno potuto fare la loro “prima volta”. Data la sua posizione geografica ha dato la possibilità di arrivare all’appuntamento scegliendo diversi itinerari . La maggior parte ha scelto l’itinerario che località di Piero passa per Monteviasco, noto per la suo sentiero di 1400 gradini e da qualche anno raggiungibile con una piccola funivia così fermando l’abbandono della montagna, rendendo più comodo il vivere in questo ambiente, scavalcando il ripido ma ben tenuto sentiero. Usciti dalla ripida parte boscosa un bel sole e una visione della Val Veddasca fino al Lago Maggiore segnata da foschie autunnali, i resti di alcuni alpeggi hanno riconfermato quanto dura deve essere stata la vita quassù. E’ stata dura anche per qualcuno che i 950 metri di dislivello li ha messi alla prova, ma poi ripagati dalla accoglienza e condivisione ,dalla buona volontà di chi ha raccolto e cucinato per tutti le caldarroste, che assieme ai giochi di luce del calar del sole, ha regalato una tipica giornata autunnale.

Bellarmino


ValVeddasca   CapannaMeriggetto
Val Veddasca
Capanna Meriggetto

ColoriAutunno   Foschia
Colori d’autunno
Foschie

Bustecche-Valle del Lanza- Concagno     Torna su ^

La proposta di Valter a fare una gita così a “bassa quota” ci è sembrata strana, ma niente di più azzeccato! Forse la particolarità della gita ha attirato anche 44 “soci” nonostante le dubbie condizioni meteo. La “passeggiata” nel parco della Valle del Lanza qui alle porte di Varese, un piccolo fiume che nasce nel monte S. Giorgio (CH) e in questa valle aveva fatto sviluppare una serie di piccoli insediamenti con altrettante piccole attività tra cui mulini ancora ben conservati,e una ferrovia che collega Malnate con la Svizzera ora usata a scopo didattico e turistico. Percorso un po’ sui binari e un po’ su strada, alla riscoperta di angoli quasi dimenticati di un vissuto non tanto lontano, nuclei abitativi sviluppati attorno ai mulini ,o ad attività legate alla forza motrice dell’acqua il tutto in una magnifica valle dipinta dai colori dell’autunno visitando anche le cave della Pietra Molera, enormi antri ci hanno lasciati con fiato sospeso al pensiero di come si svolgeva quel lavoro. Un mulino è stato “particolarmente” visitato , il cui proprietario è un nostro socio, illustrandoci gli usi dei vari locali e i macchinari per la macinatura, e la vita che si svolgeva in questo nucleo abitativo, tutto nei ritmi imposti dall’attività del mulino. Per qualche ora l’ambiente si è rianimato per la sosta pranzo in questi locali , avendoci messo a disposizione un generoso Buffet di alimenti vari ( e altro!) che erano in sintonia con il nostro Gruppo, canti e allegria , tutto al calore di un camino e dell’ospitalità. Al rientro non solo la giornata stava per terminare ma anche tutta la stagione delle attività con gli scarponi! Continuando con altri incontri e alla preparazione di un programma per il prossimo anno.

Bellarmino


CavaMolera   CaveArenaria
Passaggio nelle cave
pietra Arenaria (pietra Molera)

MulinoBernasconi   MulinoTrotto
Mulino Bernasconi
Mulino Trotto

Valmorea   Ricordo
Ferrovia Valmorea
il Gruppo




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